Questa mattina intorno alle ore 12 presso un esercizio commerciale in Via Roma, nei pressi …
Per la rubrica “L’angolo dei lettori” riceviamo e pubblichiamo la lettera la nota della Rete dei Comitati di Tutela Ambientale di Campania e Molise, inviata a istituzioni regionali e
nazionali, e firmata in rappresentanza da Michele Pietraroia e Davide Iannelli.
Come certamente a conoscenza delle SSLL, per quanto riportato anche dagli organi di stampa, si è tenuto ieri, 4 dicembre 2018, un incontro, al Ministero dell’Ambiente, con rappresentanti istituzionali e comitati ed associazioni del territorio interessato dall’impianto in oggetto.
Il Ministero dell’Ambiente ha espresso la volontà di verificare l’istruttoria autorizzativa, in particolar modo per quanto riguarda l’assenza della Valutazione di Impatto Ambientale, in un territorio che – si noti bene – entrerà a far parte del Parco del Matese.
Riteniamo sussistano tutti i presupposti, sia sul piano politico che su quello della correttezza dell’iter autorizzativo, che consentono a codesta Regione Campania di accogliere la sollecitazione del Ministero dell’Ambiente.
Per quanto già ripetutamente evidenziato a codesta Regione anche dalle amministrazioni locali coinvolte, nonché con il verbale della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Campania del 3 maggio 2018, la procedura seguita, per giungere all’autorizzazione dell’impianto (Decreto Dirigenziale della Regione Campania numero 5 dell’ 8 marzo 2018) appare fondata su documentazione carente e soprattutto unilaterale, non tenendo conto delle volontà espresse dagli organi territoriali e di sopravvenuti superiori interessi, quali:
- l’istituzione del Parco Nazionale del Matese con legge n. 205 del dicembre 2017;
- la recente classificazione dell’area come zona di massimo rischio sismico;
- il progetto di codesta Amministrazione Regionale di potabilizzare, per la città di Benevento, le acque dell’invaso di Campolattaro, alimentato dal fiume Tammaro (l’impianto di trattamento di rifiuti sorgerebbe a soli 250 metri dal fiume).
Peraltro, risultano palesemente contraddette le linee guida in materia di gestione dei rifiuti enunciate nelle Direttive Europee nonché nelle vigenti leggi nazionali e regionali oltre che negli studi di pianificazione e gestione del ciclo integrato dei rifiuti:
- principio di prossimità: autorizzare un impianto di trattamento rifiuti, con capacità produttiva dimensionata su circa 100.000 abitanti, in un Comune di 500 abitanti al confine con il Molise, esclude ogni possibile prossimità; d’altra parte, trattandosi di impianto privato, non si esclude che il rifiuto trattato provenga da extra regione, aggravando quindi il carico dei rifiuti della Regione Campania;
- la compresenza di un tale impianto privato con l’impianto pubblico di Casalduni (a soli 12 Km) supererà ogni possibile soglia di saturazione tardivamente definita.
Infine, si evidenzia alle SSLL che l’inserimento di una tale sproporzionata attività produttiva rischia di essere letale per un territorio, l’area del Tammaro, già pesantemente compromessa, nella sua vocazione, da massicci insediamenti eolici fortemente invasivi ed impattanti. Il tutto accade nell’area del Matese, di acclarato pregio naturalistico, storico, ambientale e turistico. Per tali zone interne, già soggette a grave spopolamento, non bisogna assolutamente pregiudicare le opportunità di riscatto e sviluppo locale rappresentate dall’istituzione del Parco del Matese.
Confidiamo quindi, che le SSLL, anche accogliendo le sollecitazioni delle decine di associazioni e delle istituzioni, del Molise e della Campania, che più volte hanno manifestato e sollecitato codesta Regione a cogliere l’importanza delle istanze territoriali, accolgano le sollecitazioni del Ministero dell’Ambiente emerse nella riunione del 04.12.2018, presieduta dal Sottosegretario On. Micillo, avviando senza indugio quelle valutazioni di impatto ambientale così ingiustificatamente trascurate, per poi, nel dialogo con le rappresentanze del territorio, creare un vero percorso di valorizzazione delle zone interne.
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