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Laura Ravone è una donna formidabile, eclettica, dotata di una energia tanto fisica quanto intellettuale quasi incredibili. Molti conoscono Laura nella veste di artista ceramista, così come si è fatta conoscere, per lo più, da molti, a Morcone, quando ha deciso di ritirarsi nel Sannio dopo anni in diverse grandi città italiane.
Lei, però, da donna partenopea, racchiude in sé una infinità di storie, interessi, conoscenze, esperienze, proprio come accade nel golfo di Napoli, da sempre crogiuolo di culture diverse e di spiriti peculiari.
Nella sua plurima attività legata alle arti, Laura Ravone, in questi giorni ha pubblicato il suo primo romanzo, titolato Da donna a donna, un intrigante giallo che, tuttavia, è anche uno scritto solcato da istanze psicologiche ed emotive, oltre che caratterizzato da quella vena di ironia che contraddistingue il suo carattere. Per Morcone.net, la scrittrice ha accettato una intervista, occasione per i tanti amici ma non solo, di scoprire qualcosa in più sulla storia narrata in Da donna a donna, direttamente dalle parole dell’autrice.
Laura, chi La conosce sa bene quanto Lei sia una persona eclettica, colta e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare, conoscere, una curiosa del mondo, dunque. Il 2018 ha visto la pubblicazione del Suo primo romanzo “Da donna a donna”, un libro giallo che, però, è segnato da un profondo solco di indagine esistenziale. Come è nata e si è sviluppata l’idea di scrivere un romanzo?
E’ vero che mi piace mettermi in gioco, e nei campi più vari. Devo sperimentare progetti nuovi e soprattutto devo sfidare me stessa, mettere alla prova le mie capacità in situazioni diverse. Ciò vuol dire che pratico pittura, ricamo, gastronomia, orticoltura, giardinaggio. Essendo io nata cittadina, ho dovuto imparare molto in questi ultimi due campi, ma è proprio questo l’aspetto affascinante della vita, imparare cose nuove. Ho sempre scritto poesie, quasi sempre in lingua (lingua non dialetto) napoletana, e quasi sempre da dedicare ad amiche ed amici per eventi importanti. Quindi scrivevo per uno scopo preciso in occasioni specifiche. È vero poi che Morcone è un paese sonnacchioso, l’inverno è… lungo e noioso, il clima rigido non sempre permette di andare a passeggio o a cinema in città.
Molto banalmente è nata così l’idea di scrivere qualcosa. Avrebbe potuto limitarsi ad una novella, se la vena si fosse esaurita in fretta e, invece, passo dopo passo, capitolo dopo capitolo, è cresciuto fino a diventare addirittura un romanzo. Ho lavorato per tanti anni in grandi aziende, acquisendo un metodo rigoroso di lavoro, che ho poi applicato sia alla mia bottega di ceramica che ora alla stesura del libro. Ciò vuol dire dedicare, ogni giorno, 3 ore pomeridiane alla scrittura, senza saltare da un argomento ad un altro, ma avanzando capitolo dopo capitolo. Se non avesse superato la critica delle mie 4 amiche che lo hanno letto in anteprima, e poi le due selezioni della Casa Editrice, sarebbe rimasto un esercizio giocoso e nulla di più. E invece … rischia effettivamente di diventare il primo, come hai ben detto tu (perché ci diamo del tu vero?) di una serie.
Ho già scritto, infatti, i primi 3 capitoli del seguito; si chiamerà “4 chiacchiere” e sarà caratterizzato dallo stesso mix di elementi: introspezione, giallo e denuncia sociale, e … amore, naturalmente, che non può mancare mai. C’è una massima che io cito spesso “Getta il cuore oltre l’ostacolo, e poi raggiungilo”. Significa che bisogna “buttarsi” a fare qualcosa di mai fatto prima, magari ritenuto superiore alle proprie forze e, prima di desistere, bisogna provare e riprovare, con la serenità e la consapevolezza che non è messo in gioco il proprio essere totale, ma solo quella parte. Se non ci si riesce non è una sconfitta, vuol dire solo che quel particolare aspetto non è (ancora) nelle proprie corde. Forse lo sarà un giorno o forse no, ma noi restiamo comunque delle belle persone in tutti gli altri ambiti della nostra vita.
Il luogo in cui si svolge l’intricata trama del tuo romanzo – useremo il “tu” – somiglia molto a Morcone (Bn) la cittadina sannita che, da anni, Lei ha scelto quale buen retiro. Come mai questo parallelismo, esiste qualche spunto autobiografico da intravvedere tra le righe?
Il luogo del romanzo è, infatti, molto simile a Morcone. Camilla (come me) è una cittadina doc e anche milanese (anche io ho lavorato e vissuto a Milano e in molte altre città). Tutto in questo paese è “diverso”. Intanto è “slow” in contrapposizione con la vita a 1000 all’ora della città. Come sempre accade, ci sono i pro e i contro. C’è l’accoglienza calorosa e la solidarietà nel momento del bisogno (che io ho sperimentato in occasione della malattia di mio marito, ed ho testimoniato). C’è il dare del tu a tutti guardando negli occhi e salutando tutti. Non è usuale nella città, credetemi. E ciò scalda il cuore. Se fai la spesa al supermercato la cassiera ti chiede “come stai?”. Il contraltare è però la maldicenza, l’invidia, l’invenzione di sana pianta di notizie e fatti. Arrivai a Morcone per caso negli anni del suo massimo splendore, e mi piacque proprio l’accoglienza, la naturale apertura delle persone nei confronti dei turisti. Scelsi allora, nel lontano 1983, di farne il mio buen retiro. Nel frattempo è molto cambiata purtroppo. Ma si spera sempre che il futuro ci riservi delle sorprendenti novità, vero? Da ultimo direi che, per quanto un romanzo possa essere opera di fantasia, è comunque frutto del nostro passato, delle nostre esperienze, quindi è sempre in questo senso autobiografico.
Il lettore, inoltre, dopo essersi appassionato alla storia, sarà affascinato dal titolo, “Da donna a donna”, che apre, da subito, ad un immaginario dialogo, anche interiore tra Te autrice, Camilla, la protagonista del romanzo, il lettore e non solo. Laura, in che modo questo accade? Esiste, poi, qualche autore a cui ti sei ispirata, pur inconsciamente?
In questo primo romanzo Camilla dialoga con se stessa, si interroga sui propri errori, le proprie scelte, cerca di capire se ha vissuto la propria vita oppure il riflesso della vita dei propri genitori. E dialoga con Federico, il PM incaricato delle indagini, il quale la aiuterà a sciogliere i propri nodi interiori. Io parlo molto con me stessa, da sempre direi, e questo è decisamente il primo passo per fare ordine nella propria vita, nelle decisioni da prendere, nella conquista della serenità che viene messa in discussione ogni giorno da eventi, persone, notizie. Nel secondo romanzo invece il dialogo si allargherà ad altri interlocutori, donne e uomini, importanti nella vita di Camilla.
Se mi sono ispirata a qualche autore? Non saprei proprio, in genere sono i critici letterari a scovare assonanze, parallelismi. Io ho cercato proprio il contrario invece, cioè ho cercato di discostarmi dagli autori che prediligo. Amo leggere gialli, più quelli alla Conan Doyle che non quelli alla Agatha Christie. Proprio perché sono curiosa mi piace la logica di Sherlock Holmes che individua gli indizi disseminati ovunque, li mette insieme e poi deduce da ciò l’assassino, le motivazioni e il modus operandi. Mi irrita invece il coniglio che esce fuori dal cappello a cilindro nell’ultima pagina del libro, come era solita fare la Christie. Leggo poi molto di attualità e quindi economia, politica, sociale. Vedo poco la TV, ma seguo i TG. Per lavoro mi sono occupata di Selezione, Formazione e Sviluppo del Personale per grandi aziende. Quindi ho studiato molto, anzi moltissimo la comunicazione verbale, non verbale e da poco anche la facciale.
Infine, può ricordare ai lettori quali sono i canali d’acquisto di “Da donna a donna”?
Avrei potuto far stampare in tipografia questo romanzo, ma poi non sarei riuscita a venderlo, mi sarei vergognata troppo ad accettare dei soldi da amiche e amici. Poi avrei dovuto spedire ogni copia in giro anche per l’Europa oltre che per tutta Italia. Invece, ho trovato questo metodo nuovo che è il “crowdfounding” gestito dalla casa editrice Bookabook, che ha sede a Milano… guarda caso. Significa che si crea un gruppo di lettori attivi anche nella promozione del libro, e ciò prima ancora che il libro venga stampato. Significa che si pre-ordina la propria copia (cartacea oppure ebook), si paga il relativo prezzo contribuendo quindi alla raccolta fondi. Raggiunte le 200 copie pre-ordinate il mio libro sarà editato da un professionista, poi saranno realizzate la grafica e la copertina ad hoc. Sarà stampato e spedito a cura della Casa Editrice ad ognuno dei sostenitori. Inoltre sarà distribuito nelle librerie fisiche ed online. Ed è questo l’aspetto che maggiormente mi ha spinto a scegliere questa soluzione. L’idea che un mio romanzo possa stare sullo scaffale di una libreria, che per me è il tempio della cultura, mi esalta, mi elettrizza. Ciò accadrà però solo se saranno raggiunte le 200 copie, ma io confido che ce la si faccia. Aggiungo che, nel momento del pre-ordine, si ha subito a disposizione per la lettura la Bozza, cioè quella che io ho inviato alla Casa Editrice, non bisogna quindi attendere che si compia tutto il ciclo produttivo. Come fare per acquistarlo? In questa fase basta connettersi con questa pagina e seguire le istruzioni. È molto facile in realtà.
Ti ringrazio per l’intervista e … buona lettura.
Senza svelare altro, ma quanto basta per invitare i lettori all’acquisto del romanzo Da donna a donna, ringrazio Laura Ravone per le sue parole ed auguro una buona lettura a tutti, in attesa del seguito di questo affascinante racconto, in cui reale ed immaginazione si interfacciano e missano in maniera tale da generare un evocativo senso di perturbante che, tra le righe, suggestiona e seduce, nel segno dei migliori romanzi gialli.
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