I presidenti della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, e dell’Azienda Speciale ASEA, Carlo Petriella, hanno …
Quest’oggi i carabinieri forestali hanno effettuato il sequestro del cantiere posto in località “Montagna” di Morcone dove da qualche giorno erano iniziati i lavori per l’installazione di un campo eolico da 57 Mw delle ditte riunite in ATI costituita da Dotto Morcone srl e Energia Eolica Sud srl, da realizzarsi nel comune di Morcone e Pontelandolfo.
L’intervento delle forze dell’ordine è stato sollecitato dall’associazione Altrabenevento e dal Comitato per la Difesa della Montagna, che nei giorni scorsi avevano presentato un esposto indirizzato al Comando Stazione Carabinieri Forestali di Pontelandolfo, al Presidente della Comunità Montana Titerno e Alto Tammaro e alla Procura della Repubblica di Benevento riguardante lavori in atto in agro del Comune di Morcone su terreni di proprietà comunale, con la realizzazione di piazzole e tracciati e movimento terra.
Nell’esposto gli ambientalisti facevano rilevare che i cantieri risultano sprovvisti dei cartelli previsti ex lege e soprattutto che gli stessi lavori si svolgevano in assenza di autorizzazione efficace in quanto l’Autorizzazione Unica di cui al Decreto Dirigenziale n.999/2014 prescrive la redazione del Piano di Assestamento Forestale (PAF) da parte del Comune di Morcone che invece allo stato attuale risulta non vigente.
Stamattina attivisti dei Comitati hanno presidiato i luoghi del cantiere per impedire l’ulteriore danneggiamento ambientale di aree che lo stesso PAF è chiamato a tutelare come espressamente prescritto dall’UOD Foreste della Regione Campania nella Autorizzazione Unica.
Vi è notizia che sulle particelle degli usi civici di Morcone sia stata già effettuata la “martellatura” di individui arborei, cioè siano stati individuati ben 310 alberi da abbattere al solo scopo di allargare la viabilità esistente per permettere il transito di tir per trasporti eccezionali che porteranno gli enormi elementi per la costruzione delle pale eoliche da 150 metri. C’è con tutta evidenza non una semplice trasformazione nell’uso del suolo ma un vero stravolgimento di funzioni di quel territorio destinato da tempo ad essere presidio di naturalità in quanto inserito nelle Zona di Conservazione Speciale (ZSC) denominata “Pendici del Monte Mutria” inserita nella Rete di Natura 2000 dalla Comunità Europea.
fonte tvsette.net
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