La Compagnia “Instabile” delle UOC di Salute Mentale di Puglianello e Morcone, in collaborazione con …
Incendio, danneggiamento, porto in luogo pubblico di arma da fuoco e turbativa d’asta. Queste le pesanti accuse per un uomo di Morcone, finito questa mattina ai domiciliari dopo un’indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento. Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale del capoluogo sannita, è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale.
Le attività d’indagine, avviate nel mese di agosto 2017, traggono origine da tre attentati incendiari avvenuti ad agosto e dicembre 2017 nei comuni di Pontelandolfo e Campolattaro, che hanno causato la distruzione di due escavatori e un autocarro di proprietà di una impresa edile di un imprenditore di Morcone. Il 16 febbraio 2018 il titolare dell’azienda era rimasto vittima di un altro attentato, poiché ignoti avevano esploso dei colpi di fucile attingendo la sua auto parcheggiata nei pressi degli uffici della ditta in Pontelandolfo.
Le investigazioni hanno consentito ai carabinieri di individuare la matrice unitaria degli attentati: dalle attività tecniche, infatti, è emerso in modo chiaro che l’indagato non aveva mai superato lo smacco di aver perso la propria abitazione, aggiudicata all’asta all’imprenditore, vittima dei successivi reati, che dapprima gli aveva concesso un prestito, e che, a seguito delle difficoltà a rientrare del prestito, aveva proceduto giudizialmente con atti di precetto e decreti ingiuntivi.
Fatti ancor più gravi se si pensa che in uno degli incendi è stato dato alle fiamme un autocarro posizionato tra altri mezzi all’interno di un capannone chiuso con possibilità, quindi, di determinare un fuoco di notevoli e devastanti proporzioni tale da provocare un disastro. Secondo gli inquirenti, inoltre, appena un paio di settimane dopo la perdita della casa all’asta, l’arrestato avrebbe commissionato un attentato in cui veniva colpita con colpi di fucile l’auto della vittima. Non solo: nel corso delle indagini si accertava che, a causa delle difficoltà economiche, l’uomo era stato sottoposto ad un’altra procedura esecutiva presso il Tribunale di Benevento e, in tale occasione, aveva perso l’opificio industriale di Morcone appartenente ad una azienda a lui riconducibile.
L’attività investigativa svolta dagli inquirenti, tuttavia, ha consentito di appurare che dominus della società che si era aggiudicato l’opificio all’asta era lo stesso indagato che, non potendo partecipare alla gara, si era spogliato della titolarità dell’azienda ed aveva ceduto le sue quote al padre e a un persona a lui vicina, cosi turbando la regolarità dell’incanto.
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