Continuano i lavori lungo Via Roma. Dopo la rimozione del vecchio manto stradale in vista della …
Nel passato fine settimana si è registrata una significativa ondata di maltempo nel Sannio, caratterizzatesi da abbondanti piogge. La stazione pluviometrica installata presso la diga di Campolattaro ha registrato, nell’intervallo compreso fra le ore 8:00 di venerdì 15 dicembre e le ore 8:00 di sabato, 27,80 mm di pioggia.
Si è avuto un incremento del livello d’invaso, compreso fra le ore 14:00 di venerdì 15 e le ore 14:00 del giorno successivo, di 2,73 metri. In base ai calcoli idrologici, svolti giornalmente dal geometra addetto alla gestione dell’invaso Nazzareno Chiusolo, sono affluiti all’invaso 10,276,725 di m3 di acqua, defluiti 187,674 m3 e sono stati pertanto incamerati 10,089,051 m3 d’acqua, operandosi, quindi, una importante laminazione della piena del fiume Tammaro. Di fatto, è stato impedito a questo enorme quantitativo d’acqua di giungere a valle nel Calore.
Va naturalmente rilevato come il dato della stazione pluviometrica funzionante presso la diga non sia strettamente correlato all’incremento del volume dell’invaso, se non come indicazione generale. La diga difatti è alimentata dal fiume Tammaro ed ha un bacino imbrifero, ovverosia di raccolta delle acque che in esso confluiscono, molto vasto. Esso comprende territori nei comuni di Sepino, San Giuliano del Sannio, Cercepiccola e Cercemaggiore in provincia di Campobasso; di Sassinoro, Santa Croce del Sannio, Morcone, Pontelandolfo, Fragneto l’Abate e Campolattaro in provincia di Benevento. Per completezza d’informazione, il bacino imbrifero del Torrente Tammarecchia, fino alla traversa che alimenterà l’invaso, comprende i comuni di Riccia e Cercemaggiore nel Molise, Morcone, Castelpagano, Colle Sannita e Circello nella nostra provincia.
Nella notte fra venerdì e sabato le piogge maggiori si sono verificate proprio nell’area matesina orientale, anche con dati di 150 mm nelle 24 ore, provocando un enorme ingrossamento del Tammaro a monte dell’invaso. Così come in occasione delle grandi alluvioni dell’ottobre 2015, la diga di Campolattaro ha nuovamente svolto una delle sue funzioni: l’azione di laminazione delle piene.
fonte aseaenergia.eu
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