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Entro il 31 dicembre 2019 saranno appaltate le opere di derivazione delle acque della diga di Campolattaro sul fiume Tammaro. Questa la conclusione di un summit svoltosi nel pomeriggio di oggi presso il Ministero delle Infrastrutture con la partecipazione della Regione Campania, della Provincia di Benevento, affidataria dell’impianto, e della Società partecipata Asea, Ente gestore dello stesso impianto.
Hanno partecipato ai lavori: per il Ministero, il Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture, con delega alle Dighe, Del Basso De Caro, la neo Dirigente del Settore Dighe, Segnalini, ed il Direttore Chieppa; per la Regione Campania i Dirigenti Baccari e Solimene; per la Provincia di Benevento, il Presidente Ricci; per l’Azienda Speciale ASEA il Presidente Carlo Petriella ed il Dirigente Giovanni Cacciano.
Le opere di derivazione, già finanziate dal Governo centrale che ha appostato le relative risorse sul proprio Bilancio, sono necessarie per indirizzare i 110 milioni di metri cubi circa d’acqua del mega invaso sul fiume Tammaro per gli usi civili, irrigui ed industriali del territorio sannita, campano e di una buona fetta del Mezzogiorno. Una delle più grandi opere civili italiane si avvia dunque a concretizzare finalmente la sua funzione a circa 40 anni dal decreto con il quale la disciolta Cassa per il Mezzogiorno ne avviava la costruzione.
In sostanza, nel corso del summit romano sono state gettate le basi per un percorso tecnico, amministrativo e finanziario capace di incanalare l’acqua del Tammaro al di là del grande sbarramento sotto l’abitato di Campolattaro: al momento infatti la diga regola soltanto l’afflusso delle acque del fiume a valle nei periodi di siccità e di piena.Si tratta dunque di una giornata, quella odierna, di grande rilievo perché segna una svolta nella storia di questa opera pubblica costata (in lire 1995) 250 miliardi e che ha assunto quasi risvolti paradossali: nel 1978 non era stato predisposto, oltre alla costruzione dell’impianto, un progetto per le opere di derivazione; nel 1995, completata l’opera, ma ormai chiusa la Cassa per il Mezzogiorno, non esistevano né risorse finanziarie, né un soggetto pubblico per la gestione dell’impianto; ed in tutti questi anni la Provincia di Benevento, individuata quale responsabile dell’impianto, ha potuto predisporre e realizzare soltanto le opere necessarie ed indispensabili per il consolidamento dei versanti ed avviare i cosiddetti riempimenti tecnici secondo i rigidi protocolli stabiliti dalla Direzione Generale Dighe.
Il Presidente Ricci, nel commentare l’esito della riunione romana, ha dichiarato:
“Oggi è stato messo un punto fermo su un problema quarantennale ed abbiamo messo le basi per utilizzare finalmente la grande risorsa strategica delle acque di Campolattaro. Il Ministero delle Infrastrutture ha messo a disposizione le risorse finanziarie necessarie ed altre ne aggiungerà a breve per realizzare le opere di derivazione: si tratta di una dotazione imponente che ci consente di finalmente di affrontare e risolvere l’handicap della diga. La Provincia, con lo strategico apporto dell’Asea, e la supervisione di pianificazione strategica della Regione metterà a disposizione il dato tecnico necessario per superare le criticità che finora si sono messe di traverso all’utilizzo delle acque del mega invaso”.
fonte aseaenergia.eu
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